Nella mia carriera ultra ventennale di Investigatore Privato a Roma, ho affrontato moltissimi casi inerenti alle infedeltà professionali e/o indagini che si svolgono commissionate dal datore di lavoro, nei confronti dei dipendenti.
Negli ultimi tempi si è vinta quella leggera "diffidenza" da parte dei datori di lavoro ad usufruire dei servizi che può offrire un'Agenzia Investigativa, in ambito aziendale e commerciale, e sono sempre di più i Clienti che conferiscono incarico per "vederci" chiaro nei confronti dei dipendenti.
Tali incarichi sono sia in ambito delle infedeltà aziendali e cioè quelle attività che i dipendenti potrebbero compiere procurando danno all'azienda di cui sono dipendenti ad esempio, rivelando alla concorrenza segreti aziendali, liste clienti e quant'altro può nuocere all'azienda committente.
Altresì si possono commissionare indagini volte alla verifica del reale utilizzo dei permessi (Legge 104) e/o tempi e luoghi da rispettare durante il "periodo di malattia".
"il capo può far pedinare i dipendenti a lungo?"
Questo è un quesito che molti datori di lavoro si pongono
prima di affidarci un incarico investigativo.
Sono
domande lecite e legittime che finanlmente con questa sentenza della cassazione
possono trovare una risposta univoca e uniforme.
Del
resto sono tantissimi i casi che affrontiamo ogni anno come AgenziaInvestigativa e, a differenza di molti datori di lavoro che sottovalutano
l'importanza di tale attività, chi ne ha usufruito, poi non ne può fare a meno.
Del
resto come per ogni "buon rapporto" vale la regola della "FIDUCIA"
e niente è più rassicurante delle prove che un bravo Investigatore Privato può
portare.
Il capo può far pedinare i dipendenti a lungo?
Legittimo il pedinamento durato molti giorni ed effettuato da un
investigatore privato assoldato dal datore di lavoro.
La Cassazione sdogana i pedinamenti prolungati,
anche per diverse settimane, nei confronti dei lavoratori. Con una sentenza di
poche ore fa [1], la Suprema Corte ha detto che il
capo può far pedinare i dipendenti anche in spregio delle più
elementari regole di privacy che, altrimenti, sarebbero invocabili da chiunque
si trovi addosso uno sconosciuto a controllarne giorno e notte i movimenti.
Così anche per 20 giorni è legittimo che un investigatore privato si metta alle
calcagna del lavoratore per coglierlo in fallo e fornire su un piatto
d’argento, al datore di lavoro, le prove fotografiche della sua infedeltà. Il
tutto – neanche a dirlo – ai fini di un licenziamento incontestabile.
Legittimo il pedinamento prolungato del dipendente
Fino a
quando il datore di lavoro può controllare i dipendenti? Di certo sappiamo che i controlli all’interno
dell’azienda sono vietati dallo Statuto dei lavoratori. Ma ciò che non può
avvenire dentro il luogo di lavoro può ben accadere al di fuori. Così il
capo può far pedinare i dipendenti a lungo con un investigatore
privato che ne controlli gli spostamenti. E – qui la novità – non deve
trattarsi necessariamente di un giorno o due, ma anche di più settimane.
Possibile? Non è contrario alla privacy un pedinamento ripetuto e continuato al
fine esclusivo di trovare le prove per il licenziamento? Si può ledere la
riservatezza di una persona così indisturbatamente? La risposta affermativa
della Cassazione potrà lasciare interdetti. C’è solo un modo per contestare il
licenziamento: se il fatto appurato dall’investigatore non è talmente grave da
comportare la sanzione espulsiva. In questo caso, però, è dovuto solo un risarcimento
del danno e non la
reintegra.
Nessuna sanzione è
dunque possibile nei confronti del capo che si affida a un’agenzia
investigativa per monitorare costantemente per 3 settimane il
dipendente fuori dai luoghi di lavoro. Secondo i magistrati della Cassazione ci
si trova di fronte a «un’attività investigativa svolta da un’agenzia privata e
connessa ad una specifica indagine su pretese violazioni del dipendente in
relazione a compiti esterni fuori sede, indagine che ricade nella figura del
controllo difensivo da parte del datore di lavoro in una sfera eccedente i
luoghi di lavoro». Ciò significa che non si può parlare di «violazione
della privacy» del lavoratore o di eccessiva «invasività dei controlli
dal punto di vista meramente quantitativo (i giorni del pedinamento)», poiché
la durata (20 giorni) non eccede i principi di adeguatezza e di
proporzionalità.
Fonte: https://www.laleggepertutti.it/168561_il-capo-puo-far-pedinare-i-dipendenti-a-lungo
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