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Massimiliano Altobelli, Investigatore Privato a Roma, autorizzato dalla Prefettura dal 1995, svolge personalmente indagini con l'ausilio della più moderna tecnologia investigativa, fornendo al committente prove legalmente valide. Consulenze e Preventivi gratuiti 24/24 - 7/7. Tel.: 336.340.007 http://www.maximedetective.net

venerdì 7 giugno 2019

Spia il marito on line per un anno e scopre il tradimento, ma tutto le si ritorce contro


Spesso vengono in ufficio clienti che, forse mal consigliati da amici o parenti, spesso perchè hanno visto qualche film, credono che tutto sia lecito per tentare di provare le proprie ragioni. In realtà per provare o difendere un proprio diritto in tribunale bisogna affidarsi ad un Investigatore Privato professionista, il quale utilizzando tecniche investigative lecite, produrrà una relazione tecnica investigativa che il vostro avvocato potrà utilizzare in tribunale, spesso unita anche alla testimonianza dell'Investigatore Privato stesso. Ecco perchè oltre a non cimentarsi Investigatori non bisogna mai affidarsi ad un Investigatore Privato abusivo. Solo chi è titolare di licenza Prefettizia può svolgere la professione, è riconosciuto e soprattutto le prove che raccoglierà potranno essere utilizzate in tribunale. Personalmente mi dispiace per la Sig.ra dell'articolo, di sicuro se si fosse rivolta ad un Investigatore Privato avrebbe avuto le prove, lecite e legali, della relazione extra coniugale del marito e non si sarebbe dovuta difendere in sede penale per le violazioni che ha commesso.

Massimiliano Altobelli - Investigatore Privato a Roma




    Spia il marito on line per un anno e scopre il tradimento, ma tutto le si ritorce contro.



Ha "pedinato" il marito online per quasi un anno, raccogliendo le prove della storia extraconiugale del compagno di una vita, padre della sua figlioletta. Un lavoro paziente che però l'ha messa nei guai: quando la 40enne di Riese Pio X, Comune in provincia di Treviso, ha scoperto le carte, svelando al marito di sapere tutto della storia che stava intrattenendo perché aveva spiato il contenuto del suo cloud si è ritrovata con una denuncia da parte dell'uomo per violazione di sistema informatico. Ed è finita a processo.

fonte: ilmessaggero.it



giovedì 2 maggio 2019

L'infedeltà coniugale «discreta» non è risarcibile: la sentenza della Cassazione




Questa sentenza della cassazione non fa altro che supportare quanto in oltre 25 anni di esperienza come Investigatore Privato a Roma vado sempre a spiegare ai miei Clienti. Quando dico che: "..spesso avere la certezza e le prove di un proprio sospetto, fa la differenza fra "subire" e "risolvere"..", non lo dico a caso ma con cognizione di causa. Il "Dolo" dimostrasto con prove video e fotografiche degli atteggiamenti intimi e affettuosi in pubblico, relazionate da un Investigatore Privato Autorizzato dalla Prefettura, non fanno altro che supportare il "danno" che  il patner "cornuto" ha subito dal proprio coniuge fedigrafo. Ecco che assume sempre più la massima importanza affidarsi ad un Investigatore Privato con regolare licenza e non all'"Abusivo" di turno, che fra le tante cose non può ne testimoniare in Tribunale ne tanto meno presentare una relazione con prove fotografiche utilissima e indispensabile al proprio avvocato. Del resto si sà:" Se pensi che un professionista ti costi troppo, non sai quanto ti costerà un dilettante!" 


Massimiliano AltobelliInvestigatore Privato a Roma




L'infedeltà coniugale «discreta» non è risarcibile: la sentenza della Cassazione


L'infedeltàconiugale non è risarcibile se discreta. Lo sottolinea la Cassazione che ha respinto il ricorso di un avvocato romano che voleva essere risarcito dalla moglie, dal suo amante (un collega della donna) e addirittura dal datore di lavoro che secondo lui era colpevole «di non aver evitato che tra i dipendenti si instaurassero relazioni lesive del diritto alla fedeltà coniugale».
Per essere risarcito, il tradimento dell'obbligo di fedeltà deve essere plateale e configurarsi con modalità molto offensive per chi lo subisce se invece la relazioneextra” è discreta, addirittura «confessata» solo dopo la separazione, allora nessun risarcimento danni può essere chiesto al fedifrago. Il tradito deve tenersi il «dispiacere».
Gli “ermellini” hanno escluso che il datore possa «ingerirsi» nelle scelte di vita dei dipendenti perché violerebbe la loro privacy. L'amante poi non può mai essere chiamato in causa dato che «non è soggetto all'obbligo di fedeltà». Nemmeno la moglie paga, se è una infedele “felpata” e una saggia rea confessa tardiva. E' stato condannato per lite temeraria. 

Fonte: ilmattino.it

sabato 20 aprile 2019

Carovigno – Moglie danneggia l’auto della presunta amante del marito


In tanti anni (oltre 25) di carriera da Investigatore Privato a Roma, ho capito che “la vendetta è un piatto che va servito freddo".. sicuramente non fà e non faceva parte del pensiero della signora e della sua amica coinvolte in questa spiacevole e grossolana vicenda. 
Oltretutto nell'articolo si parla di "presunta amante", evidentemente il "dubbio" l'ha logorata a tal punto dal farle fare un gesto così sconsiderato.
Il mio pensiero e il mio motto "..spesso avere la certezza e le prove di un proprio sospetto, fà la differenza fra "subire" e "risolvere".." sono proprio la sintesi di tutta quanta questa storia. Nella mia esperienza da Investigatore Privato a Roma, di casi limite a questo me ne sono capitati diversi e oltre a non produrre i risultati sperati, si pagano anche pesantemente i danni, non solo di natura morale ma anche economica. Ecco perchè affidarsi ad un Investigatore Privato, autorizzato e con comprovata esperienza nel settore specifico, è indispensabile al fine di farvi avere una relazione tecnico Investigativa utile per poter far valere e difendere un vostro diritto in Tribunale. 




Carovigno – Moglie danneggia l’auto della presunta amante del marito.


A Carovigno, i Carabinieri della Stazione al termine degli accertamenti hanno deferito in stato di libertà due donne del luogo una 35enne e una 46enne, per il reato di danneggiamento aggravato in concorso. Per motivi di natura esclusivamente passionale, la 46enne alla guida dell’autovettura di proprietà, una utilitaria, in compagnia di un’amica 35enne, ha investito intenzionalmente, danneggiandone tutta la fiancata, la vettura in sosta sulla pubblica via appartenente a una 44enne del luogo. La vicenda è accaduta il 22 febbraio scorso alle ore 22.30 circa, e l’identificazione delle indagate è stata resa possibile dall’esame dei filmati di videosorveglianza presenti in quella zona. Il movente del gesto è ascrivibile ad aspetti di natura passionale per una presunta relazione instaurata tra il marito di una delle indagate e la donna che ha avuto l’auto danneggiata, parte offesa dal reato.

Fonte: pugliapress.org

venerdì 12 aprile 2019

Finto investigatore privato in Anagrafe Comunale: denunciato


Nel leggere questo articolo posso solo pensare a quel "povero" Cliente che si è affidato ad un Investigatore Privato abusivo, con la convinzione di risparmiare, che avrà già pagato un anticipo e che ora si ritrova con dei soldi spesi, senza nulla in mano (anche se avesse avuto qualche cosa non avrebbe potuto comunque utilizzarla in Tribunale) e con il rischio concreto di ritrovarsi invischiato in qualche risvolto penale a causa delle non lecite Investigazioni Private che è andato a commissionare a chi non ha una regolare licenza Investigativa rilasciata dalla Prefettura. 

Ad onor del vero va detto che spesso sento racconti di Clienti che hanno dato incarico a "pseudo colleghi" con regolare licenza ma che, o hanno perso interesse e voglia nello svolgere il proprio lavoro, o semplicemente millantano chissà quali esperienze ma che all'atto pratico altro non sono semplicemente in grado di farlo. 





Finto investigatore privato in Anagrafe 

Comunale: denunciato



I militari della Stazione di Malo hanno denunciato L.S., maladense residente a Thiene di 45 anni, con precedenti per truffa, per esercizio arbitrario di professione. L’uomo si è presentato all’anagrafe comunale di Malo chiedendo di visionare della documentazione, esibendo tessera e placca da investigatore privato appartenente alla sedicente agenzia “Worldwide Investigation Bureau". Controllato dai militari intervenuti è risultato sprovvisto di licenza. I distintivi sono stati sottoposti a sequestro, mentre sono in corso di approfondimento le indagini per   capire a cosa servissero i dati richiesti dal reo.

Fonte: tviweb.it

lunedì 25 marzo 2019

L'infedeltà coniugale «discreta» non è risarcibile: la sentenza della Cassazione.




Svolgo la professione di Investigatore Privato a Roma da oltre 25 anni quindi, come potete facilmente immaginare, ho svolto migliaia di indagini su infedeltà coniugali. In merito a  questa sentenza della cassazione non si fa altro che supportare quanto in tanti anni di esperienza come Investigatore Privato vado sempre a spiegare ai miei Clienti. Quando infatti dico è che:" ...spesso avere la certezza e le prove di un proprio sospetto, fa la differenza fra "subire" e "risolvere"..", non lo dico a caso ma con cognizione di causa. Il "Dolo" dimostrasto con prove video e fotografiche degli atteggiamenti intimi e affettuosi in pubblico, relazionate da un Investigatore Privato Autorizzato dalla Prefettura, non fanno altro che supportare il "danno" che  il patner "cornuto" ha subito dal proprio coniuge fedigrafo. Ecco che assume sempre più la massima importanza affidarsi ad un Investigatore Privato con regolare licenza e non all'"Abusivo" di turno, che fra le tante cose non può ne testimoniare in Tribunale ne tanto meno presentare una relazione con prove fotografiche utilissima e indispensabile al proprio avvocato. Del resto si sà:" Se pensi che un professionista ti costi troppo, non sai quanto ti costerà un dilettante!"





L'infedeltà coniugale «discreta» non è risarcibile: la sentenza della Cassazione.




L'infedeltàconiugale non è risarcibile se “discreta”. Lo sottolinea la Cassazione che ha respinto il ricorso di un avvocato romano che voleva essere risarcito dalla moglie, dal suo amante (un collega della donna) e addirittura dal datore di lavoro che secondo lui era colpevole «di non aver evitato che tra i dipendenti si instaurassero relazioni lesive del diritto alla fedeltà coniugale».
Per essere risarcito, il tradimento dell'obbligo di fedeltà deve essere plateale e configurarsi con modalità molto offensive per chi lo subisce se invece la relazione “extra” è discreta, addirittura «confessata» solo dopo la separazione, allora nessun risarcimento danni può essere chiesto al fedifrago. Il tradito deve tenersi il «dispiacere».
Gli “ermellini” hanno escluso che il datore possa «ingerirsi» nelle scelte di vita dei dipendenti perché violerebbe la loro privacy. L'amante poi non può mai essere chiamato in causa dato che «non è soggetto all'obbligo di fedeltà». Nemmeno la moglie paga, se è una infedele “felpata” e una saggia rea confessa tardiva. E' stato condannato per lite temeraria. 

Fonte: ilmattino.it

lunedì 11 marzo 2019

Divorzio, niente assegno se la moglie è pigra: il giudice donna nega i 1900 euro a una «scansafatiche»





Nella mia lunga carriera, ultra 25nnale, come Investigatore Privato a  Roma  e con alle spalle molte migliaia di investigazioni svolte, in particolare per infedeltà conigali, con relative cause di separazione a cui ho partecipato in qualità di testimone, spesso dopo aver consegnato al Cliente le prove, anche fotografiche, di quanto accertato, ricevo dal Cliente stesso anche l'incarico di dimostrare l'attività lavorativa, non dichiarata, della ex consorte. Questo al fine di produrre in Tribunale tutte le prove e gli  strumenti utili all'avvocato del Cliente per ridurre al minimo l'assegno di mantenimento. Stessa operazione spesso mi viene commissionata in quanto, anche dopo la separazione, se si dimostra un'attività lavorativa non dichiarata dell'ex coniuge, si può richiedere la modifica dell'essegno di mantenimento.


Come Investigatore Privato professionista e autorizzato dalla Prefettura e dalla Questura, mi è capitato spesso di dimostrare, per far difendere e valere un diritto in Tribunale del Committente, come la ex consorte, non solo non lavori, ma che non facesse neanche nulla cercare un'attività lavorativa. Pertanto trovo molto corretta la sentenza che ha dato la giusta proporzionalità facendo sì che l'assegno di mantenimento non si tramutasse in una rendita "parassitaria". Ovviamente ogni caso è a se e non è possibile in alcun modo generalizzare. Però spero che anche questa sentanza aiutio a far passare l'idea che l'attività svolta dall'Investigatore Privato può essere utile e determinante per tantissime opportunità, non solo per accertare l'infedeltà del coniuge.





Divorzio, niente assegno se la moglie è pigra: il giudice donna nega i 1900 euro a una «scansafatiche»




È una sentenza storica quella emessa da un giudice di Treviso in una causa di separazione tra marito e moglie. Se l'ex moglie è una scansafatiche non ha diritto all'assegno di mantenimento. È la motivazione che ha spinto un giudice di Treviso a negare 1.900 euro al mese che una donna voleva come assegno divorzile ma anche a far interrompere la corresponsione di 1.100 euro che da oltre un anno riceveva dal suo ex marito. Lo riporta il Corriere del Veneto.
Per il collegio del Tribunale di Treviso (presieduto da una donna) il divario economico tra i due è effettivamente rilevante, ma a concorrervi vi sarebbe anche «l'inerzia» dimostrata dalla donna nel cercare un'occupazione. In più non vi sarebbe stato «alcun apprezzabile sacrificio della signora, durante la vita coniugale, che abbia contribuito alla formazione o all'aumento del patrimonio» e non esisterebbe prova «che sia stata condivisa anche la decisione della signora di dimettersi dalle attività lavorative».
Alla donna, 35enne, viene imputata «una inerzia colpevole nel reperire un'occupazione»: per i giudici «ha un'età che le consente di reinserirsi nel mondo del lavoro e possiede un titolo di studio facilmente spendibile».
Protagonista della vicenda è un professionista trevigiano con uno stipendio che supera i 4 mila euro e la casa pagata dall'azienda per la quale lavora. Lei, 35enne di origini sudamericane, è invece laureata in economia e disoccupata. Si sono sposati nel 2007 e per alcuni anno hanno abitato all'estero prima di trasferirsi definitivamente in Veneto.
Nella causa di divorzio la donna ha sostenuto di aver sempre seguito il marito nei suoi trasferimenti lavorativi, accettando di abbandonare il suo Paese d'origine pur di stargli accanto e lasciando anche un lavoro da segretaria. In seguito non è più riuscita a trovare un lavoro perchè scartata a causa della sua non perfetta dimestichezza con l'italiano.

IL PARERE DEGLI AVVOCATI MATRIMONIALISTI
«L'assegno divorzile si poggia su un principio di solidarietà: non va considerato e non è un atto dovuto, altrimenti diventerebbe una rendita parassitaria. E in questo senso la sentenza è un pronunciamento coraggioso che si richiama ai principi della Cassazione». È il commento del presidente dell'Associazione avvocati matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani, alla sentenza del Tribunale di Treviso che ha negato l'assegno ad una ex moglie, sebbene il divario economico con l'ex marito sia rilevante, perché lei non si è adoperata per cercare un'occupazione e quindi una fonte di reddito.
«Per ottenere l'assegno - spiega l'avvocato Gassani - non basta il divario economico. La legge impone al coniuge più debole di dare prova in giudizio di aver cercato un lavoro full time o anche part time: quindi si deve dimostrare di aver tentato di fare concorsi, di aver mandato curricula. Oppure devi essere nell'assoluta impossibilità di lavorare. Il tribunale di Treviso ha applicato un principio condiviso dagli addetti ai lavori che rappresenta l'orientamento della Cassazione: la Suprema Corte, infatti, negli ultimi anni ha cercato di limitare la concessione indiscriminata dell'assegno di mantenimento al coniuge più debole, si tratti della moglie o del marito. Se c'è inerzia da parte del richiedente, il giudice non può riconoscere l'assegno, diventerebbe una rendita parassitaria».

Fonte: il messaggero.it





lunedì 28 gennaio 2019

Vuole fare l’amore 12 volte al giorno: la moglie chiede il divorzio



Di carattere investigativo questo articolo ha ben poco, anche se spesso un cambiamento della vita sessuale di una coppia può essere un valido campanello di allarme per scoprire una eventuale Infedeltà Coniugale

Nella mia lunga esperienza, ultra ventennale, da Investigatore Privato a Roma, quando una Cliente mi parla di questo tipo di cambiamento nel rapporto di coppia, nella quasi totalità dei casi, il sospetto si tramuta in realtà e la realtà in certezza dopo un attenta e appurata Investigazione Privata

C'è anche da dire che la donna sà fingere meglio, infatti se un uomo ha una relazione extra coniugale, solitamente diminuisce la frequenza di rapporti la coniuge, portando la stessa ad avere dei sospetti. Diversamente invece capita per le donne, che essendo notoriamente più scaltre, oltre che più furbe, riescono in molti casi a fingere meglio.


Del resto come dico sempre: "..Spesso avere la certezza e le prove di un proprio sospetto, fa la differenza fra Subire Risolvere.."



 



Vuole fare l’amore 12 volte al giorno: la moglie chiede il divorzio.




Un marito decisamente esigente ha portato la moglie a presentare una formale richiesta di divorzio al tribunale di Khartoum, in Sudan. La motivazione è in realtà più curiosa del fatto in se per se: il suo lui praticamente è instancabile sotto le lenzuola. «Sono costretta a fare l’amore 12 volte al giorno, tutti i giorni. Io così non vivo più».
Il sito di un giornale locale (Alnilin) ha spiegato che la donna nella sua denuncia ha scritto che le richieste del marito non gli permettono più «di accudire i miei figli e la casa. Non riesco ad uscire e fare una vita normale, nemmeno per visitare i miei genitori». Il giudice a quel punto ha convocato il marito per ascoltarlo sui fatti, e lui ha confermato tutto: «È legittimo fare l’amore con la propria moglie, non posso mica andare con altre donne».
A quel punto il giudice gli ha chiesto se facesse uso di Viagra o altre sostanze simili, ma lui ha risposto di no. E ha spiegato che segue un’alimentazione a base di “Millet” (in arabo “Dakhan”) il nome africano è Manna (graan) e una specie di frumento diffuso solo in Asia e in Africa, solitamente si usa per fare pane, oppure cotto con il riso. A quel punto il giudice ha deciso di risolvere in modo amichevole il problema tra la coppia («che comunque si ama»). E così ha fatto da pacere tra i due invitando il marito a un numero di rapporti normali e ha chiesto alla moglie di utilizzare meno “Millet” (frumento) in cucina.

Fonte: leggo.it